Parco di Centocelle, il grande scempio tra spianate di cemento e case abusive

di Ginevra Nozzoli (RomaToday)

Una spianata di cemento con carcasse di automobili e due case abusive. Alla faccia del vincolo paesistico del ministero, delle ville romane antiche, dei sepolcri, dei mausolei. E’ sul lato di viale Palmiro Togliatti l’area più critica del parco archeologico di Centocelle. Nel perimetro del terzo lotto dei lavori di riqualificazione (mai partiti), sbucando tra le erbacce e le baracche di insediamenti che nascono e muoiono di mese in mese, il verde sparisce e lascia il posto ai rottami degli smorzi, quelli mai delocalizzati nonostante le promesse. Lastroni in metallo delimitano le attività che affacciano sul viale, e camminando da via Casilina verso via Papiria lo spettacolo lascia basiti.

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Cemento nero luccicante come appena steso, rialzato da terra di almeno un metro e mezzo, con una fossa al centro riempita di scheletri di veicoli. Le immagini rendono bene l’idea. Sullo sfondo due casette in legno color verde acqua, abitate, con tanto di giardinetto con altalene e vasi di fiori. Ci avviciniamo, scattiamo qualche foto. Pochi minuti, la nostra presenza non è gradita. “Cancella subito” ci viene intimato da un uomo che si affaccia dall’abitazione. “Altrimenti sciolgo i cani”. Due pitbull che fanno la guardia. Ci allontiamo e ripercorrendo la strada a ritroso incappiamo in un vecchio pozzo in pietra: dentro troviamo targhe di automobili (vedi gallery foto in basso). Il terreno appartiene a privati, salvo la porzione accessibile da viale Togliatti, da un ingresso dove però è stato installato un cancello, anche questo abusivo, che impedisce ai cittadini di accedere al parco. E’ stato accertato nel tempo, dagli organi competenti, l’assenza di qualunque permesso edizilio. E l’area, lo ripetiamo, è vincolata.

 

Niente di nuovo. Che il lato orientale del parco sia oggetto di pesanti abusi è cosa nota agli amministratori locali. Un anno fa, il 2 febbraio, il V municipio emanava un direttiva di giunta con richiesta al direttore di attivare l’iter per la demolizione in danno. Un atto arrivato a seguito di un’indagine avviata dalla Polizia Locale e di sanzioni già emanate con un DD di demolizione del 30 giugno 2015. E’ servito a poco. I pezzi di carta sono rimasti tali.

Nel frattempo anche i consiglieri a Cinque Stelle della commissione Ambiente sono venuti a conoscenza del pessimo quadro, durante un blitz di monitoraggio del canalone-discarica, sul versante opposto del polmone verde. Un altro scempio speculare. Al netto di eventuali risvolti sul piano giudiziario, “stiamo parlando di una situazione di illegalità gravissima, che non possiamo risolvere da soli come Comune – commenta il consigliere Pietro Calabrese – c’è bisogno di un appoggio sostanziale da parte del ministero per scongiurare rischi ambientali”. Mentre sul parco, in abbandono tra lavori fermi e discariche ovunque, verrà aperto un Tavolo permanente.“

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