L’angoscioso Kierkegaard e la paura del terremoto

di Mauro Del Bue

Il padre dell’esistenzialismo o addirittura il precursore di Freud? Soren Kierkegaard, danese, non era un ciclista del tour de France, ma un filosofo tra i più ragguardevoli, se per tali s’intendono coloro che hanno contribuito col loro pensiero a determinare una svolta alla storia della filosofia. Partiamo da un presupposto. Copenaghen, dove il giovane Soren nacque nel 1813 e dove morì a soli 42 anni, era periferia tedesca. E naturalmente il pensatore per eccellenza era a quei tempi Hegel, il grande unificatore e sistematore logico. Eppure le vicende umane spesso prescindevano dalle sicurezze hegheliane. Il padre di Soren era un ricco commerciante luterano e in seconde nozze aveva messo al mondo lui, il futuro filosofo. Ma la sorte gli fu avversa. Continue reading

5 anni fa il terremoto de L’Aquila

Erano le 3:32 del 6 Aprile 2009. Stavo dormendo tranquillamente, quando vengo svegliato da un dondolio anomalo, come se qualcuno spingesse il mio letto. Mi alzo di soprassalto, e dal casino che risuona in casa capisco subito: terremoto. Giriamo tutte le stanze per controllare se tutto è al proprio posto, e fortunatamente è così. Ma la preoccupazione non scende, la scossa è stata un pò troppo forte, decisamente la più forte mai sentita in tutta la mia vita. Accendo il pc, cerco informazioni, scrivo anche su un forum (Fmita, per la precisione) per avere qualche riscontro. E infine arriva la notiziaccia: scossa di magnitudo 6.3 con epicentro L’Aquila, il centro storico distrutto, il dramma della Casa dello Studente, le vittime che aumentano di ora in ora e la speranza che questo infame conteggio si fermi al più presto. Si fermerà, giorni dopo, a quota 309. Un’autentica tragedia.

Da quella infausta notte sono passati già 5 anni. 5 anni di vite spezzate e di promesse infrante. Perchè dopo tutto questo tempo la ricostruzione è ancora lontana, fiaccata dalla burocrazia e dall’abbraccio mortale di imprenditori e politici pronti a gozzovigliare nel dramma. Insomma, si ripete il solito, italico, refrain, che ci vede eccezionali nell’emergenza e pessimi nella pianificazione successiva. Ma si sa come funziona qui: basta che si spengano i “riflettori”, e il problema non esiste più…

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