Papà Husserl e la figlia, detta Fenomenologia

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Vorrei parlare di Husserl, il padre della Fenomenologia. Non dell’uso della parola, ma della sua concezione filosofica. Infatti già Hegel aveva scritto “La fenomenologia dello spirito” e ne avevano trattato sia Kant sia Lambert nel settecento. Non parlo delle fenomenologia come semplice manifestazione di fenomeni. Kant li vedeva come altro dai noumeni, che erano le cose nella loro essenza, dunque come categorie di serie B, una sorta di politici italiani di oggi, che devono cedere lo scettro ai tecnici, Husserl li concepisce come contrapposizione alla conoscenza scientifica, che si limita a fotografare le cose come sono in un dato momento, dunque come ci appaiono. E per questo, a giudizio di Husserl, la conoscenza scientifica è addirittura ingenua. Continue reading

Karl Popper: “Non guardate la tv…”

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Apri il tema Popper: “Io penso che l’amor sia la più bella cosa che dia felicità, ma quel che penso è poi verità?”. Lui pensa di sì e pensa di no. Dipende. Popper non ha verità assolute. E anche rispetto alla scienza e alla filosofia afferma che quel che è vero è falsificabile. Come l’oro che per essere puro deve esserci anche il finto. Chi sono mai Marx e Freud che elaborano i loro sistemi chiusi dai quali non si può mai ricavare il loro contrario? Santoni, falsi profeti. Se io dico che dal capitalismo nascerà la rivoluzione come faccio poi a dimostrarlo e dire che è vero. Se io dico che l’uomo è condizionato dal complesso di Edipo come faccio a smentirlo? Quel che non è confutabile (la teoria della falsificazione di Popper risale al suo libro del 1935) è da rifiutare. Continue reading

Freud e la sessuo-filosofia

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Se fosse vissuto oggi l’avremmo definito un cocainomane, come Vasco Rossi. Sigmund Freud ne faceva abbondante uso. Aveva scoperto la polvere bianca per verificare la possibilità di curare una paziente che non poteva più far uso di morfina. E prima l’aveva sperimentata su stesso. Poi aveva iniziato ad abusarne e aveva fatto punto a capo solo dopo aver scritto il suo libro “Osservazioni sulla dipendenza e paura da cocaina”. Continue reading

Hegel e la mania del tre

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Il più grande dei filosofi moderni? O il più ambiguo, incomprensibile e astratto? Diciamo che, se Kant è un selezionatore, Hegel è un unificatore. Il primo è una sorta di neurochirurgo, il secondo un sarto di grande qualità. Se è però complicato spiegare bene Kant è ancora più improbo il compito di divulgare Hegel. Che partì da Kant e arrivò fino a legittimare, da un lato, Marx e dall’altro l’assolutismo dispotico borghese. Se quasi tutto può riferirsi a lui vuol dire due cose: o che non aveva detto nulla o che aveva detto tutto. Propendiamo per questa seconda tesi. E in linea con le sue idee di stato etico lo chiameremo sua Maestà Hegel. Continue reading

L’amore triadico

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La filosofia di Hegel è basata sulla dialettica. Lo sviluppo del pensiero e della storia è, a suo giudizio, fondato su questo rapporto: tesi, antitesi e sintesi. Poi dietrofront. E ricominciare ancora daccapo, così, fino allo sfinimento. Naturalmente il percorso vede sempre privilegiare la sintesi, che non è la pura somma di tesi e antitesi, ma la loro espressione più corretta ed elevata. Tale percorso, fondato su una triade, va anche rapportato alle relazioni umane tra uomo e donna, che si vogliono convenzionalmente duali, cioè fondate su un rapporto esclusivo a due (in questo caso la coppia sarebbe una e dunque la relazione sarebbe addirittura unica). Hegel non sopportava le relazioni a due, com’è noto. Anzi le riteneva pericolose. Continue reading