Quando nell’illuminismo s’infiltra un romantico: Rousseau

Tratto dal blog “L’Occhio Del Bue” (LINK)

Jean Jacques Rousseau era un tipo originale e anche molto doppio. Era calvinista, educato così nella rigidissima sua Ginevra, ma poi divenne cattolico (e più avanti ancora calvinista). Era democratico, ma ammetteva anche l’aristocrazia e la monarchia e la sua elaborazione diverrà punto di riferimento dei marxisti, ma anche dei regimi assolutisti di destra. Era illuminista e amico degli enciclopedisti, ma polemizzò tutta la vita con Voltaire perché disprezzava la ragione. Visse nel secolo dei lumi, ma venne considerato il primo romantico. Era dotato di sensibilitè (come dicevano i francesi), e la considerava suo costante punto di riferimento più del freddo intelletto, ma si accompagnò con donne sol per farsi mantenere e affidò i suoi cinque figli all’istituto degli orfanelli, pentendosene solo poco prima di morire. Quando si dice che gli artisti devono essere “genio e sregolatezza” si pensa a Rousseau. Che infatti fu musicista, filosofo, letterato, romanziere, ma soprattutto vagabondo. La canzone dei Nomadi è dedicata a lui. Continue reading