L’ultima di Totti

La Prima Repubblica era agli sgoccioli, nelle radio italiane impazzavano la Pausini, gli 883 e Fiorello, e poco meno di un mese dopo avrei compiuto 7 anni.

Mentre di lì a poco mi sarei apprestato a terminare il mio primo anno di scuola elementare, il 25 Marzo 1993 faceva il suo esordio in serie A una giovanissima speranza della Primavera della Roma, Francesco Totti.

E’ proprio da quel 1993 che partono i miei primi ricordi calcistici, anche se non sono propriamente gioiosi: la delusione di una Coppa Italia persa col Torino in maniera rocambolesca (andata 3-0 per il Torino, e ritorno 5-2 per la Roma, sconfitta per la regola dei gol in trasferta) non si scorda tanto facilmente.

Tornando a Totti, nel giro di poco tempo la “giovanissima speranza” raggiunse sempre più le attenzioni dei media, con rigore procurato (nb: e poi sbagliato da Giannini) in un derby perso nel Marzo 1994 (altro ricordo d’infanzia), e con il primo gol in Serie A all’apertura di campionato 1994/1995 contro il Foggia; caso vuole che, all’epoca, acquistai il numero de “La Roma” che riporta ed immortala questo evento, la prima perla del futuro Capitano della Roma, che poi si rivelerà un duecentocinquantesimo (1/250) di perle in Serie A…

La carriera di questo prima ragazzino, poi ragazzo ed infine uomo, Pupone – Bimbo de Oro – Capitano, si intreccia inevitabilmente con la mia vita e con le vite di tutti noi, tifosi e non tifosi, lasciandoci una miriade di ricordi.

Una parabola bellissima, che va dal talento grezzo e purissimo dei primi anni (vedi gol contro il Milan nel 1996) con lo spettro della cessione agitato da quello scriteriato di Carlos Bianchi, la crescita esponenziale sotto la guida di Zeman e l’investitura a Capitano a fine 1998 (grazie ad Aldair), il celeberrimo cucchiaio agli Europei del 2000, la gioia dello Scudetto nel 2001, il “gran rifiuto” al Real Madrid nel 2002 scegliendo di divenire Bandiera della Roma (e di una buona fetta di Roma), la delusione dei Mondiali 2002 e la follia di Byron Moreno, i black-out comportamentali che prendono una dimensione internazionale agli Europei del 2004 con lo sputo a Poulsen, il crollo con l’infortunio a pochi mesi dal Mondiale 2006 poi stupendamente vinto (il suo sguardo nel rigore decisivo contro l’Australia è indimenticabile), il primo periodo sotto la guida di Spalletti con la rinascita come bomber e la Scarpa d’Oro del 2007 (perla tra le perle, il suo gol contro la Sampdoria), la disfatta di Manchester, le Coppe Italia 2007 e 2008 e la Supercoppa Italiana 2008, le gioie contro il Real Madrid, lo scudetto sfiorato nel 2010 con Ranieri ed un altro passaggio a vuoto col calcione a Balotelli, la Roma che diventa americana, gli equivoci con Luis Enrique e la nuova dirigenza, il ritorno di Zeman e il golazo contro la Juventus, l’inevitabile calo nell’impiego in campo, i meravigliosi bagliori accecanti delle doppiette al Derby d’andata del 2015 e al Torino nel 2016, le polemiche durante lo Spalletti-bis…una parabola che va a chiudersi con questo lungo, lacerante e commovente addio alla Roma, cominciato fin dagli albori di quest’ultima stagione calcistica.

Domani, 28 Maggio 2017, si fa nuovamente la Storia, come quel lontanissimo 25 Marzo 1993.

Dèi del Calcio, tifosi, appassionati, sportivi.

Giù il cappello, e salutiamo l’ultima bandiera del calcio moderno.

Giù il cappello di fronte a Francesco Totti.

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