Tutta la bellezza promessa da Salih Uçan

Tratto da Pagina99 (LINK)

di Emanuele Atturo

Marmaris è un lembo di terra nel sud della Turchia. Affaccia su una porzione abbastanza chiusa del Mar Egeo, – quasi una baia – , superata la quale si ha di fronte l’isola di Rodi. Ora è frequentata soprattutto da turisti e praticanti di sport nautici, ma nell’antichità ha rappresentato uno dei più importanti centri culturali e commerciali dell’Asia Minore, soprattutto grazie alla presenza delle cave di Nimara, sull’adiacente “isola del paradiso”. Al loro interno, prima dell’arrivo di Alessandro Magno, si venerava la Dea Leto, madre di Apollo e Artemide e originaria del popolo degli Iperborei, antica stirpe artica che pare abbia popolato l’europa mediterranea.
È da qui che viene Salih Uçan, nuovo centrocampista della Roma con i capelli di Lucio Battisti, e già solo questo potrebbe bastare a renderlo uno degli acquisti più eccitanti dell’anno. Poi lo si vede giocare, anche solo pochi minuti, e si cade innamorati come capita con quei pochissimi calciatori che hanno qualcosa di diverso: nel loro modo di toccare la palla, di vedere il gioco, semplicemente di stare in campo.
A sedici anni Uçan lascia Marmaris e si trasferisce a Smirne: altro capoluogo ibrido, a lungo sotto il dominio ottomano ma definita dagli stessi turchi âvur Izmir cioè “l’infedele Smirne”, in riferimento all’alta percentuale di non musulmani (greci, armeni, ebrei, levantini) residenti in città. A Smirne gioca nel Bucaspor, società nota per un’accademia calcistica di primo livello: gli osservatori lo notano per caso, mentre erano a Usak per una partita dell’U-15. Col Burcaspor fa il suo debutto tra i professionisti a sedici anni e – dietro alla coltre della bassa definizione e ai riff di metallo – in questo video si può intuire quanto già riuscisse a bullarsi tecnicamente dei suoi avversari.

Al Burcaspor gioca 24 partite e a diciotto anni le sue quotazioni sono così alte che il Fenerbaçe lo paga un milione e mezzo di euro, la cifra più alta spesa da un club turco per un calciatore under venti.
Il passaggio da Marmaris a Istanbul può essere una cosa piuttosto complicata per un ragazzino di diciotto anni. Il Fenerbaçe è la seconda squadra più titolata e seguita in Turchia, e – come molte squadre turche – è piena di aneddoti che la collocano in una dimensione pomposa. Pare che il Fenerbaçe fosse la squadra tifata da Atatürk – cioè colui che in Turchia è ritenuto il “padre della patria” – e ha un emblema che ben riassume bene questa leggera tendenza mitomane.
Uçan non compra una casa in città e decide di rimanere a vivere dentro la polisportiva, concentrandosi interamente sul calcio.
Nella prima parte di stagione fatica a trovare spazio ma, a partire dal girone di ritorno, entra nella formazione titolare senza più uscirne. Le sue prestazioni culminano con una doppietta il 7 aprile contro l’Orduspor.


A 2:10 riceve palla appena dentro l’area, molto congestionata, il portiere fa due passi avanti per ridurre lo specchio della porta e Uçan lo scavalca con un pallonetto abbastanza difficile da essere pensato. In realtà, riguardando bene le linee di gioco, sarebbe stato complicato far passare la palla in mezzo a tutte quelle gambe; quindi in un certo senso il pallonetto ha rappresentato il tentativo più logico di arrivare alla rete. Il che riassume bene un certo modo “controllato” con cui Uçan gioca a calcio.

A Maggio il Fenerbahçe perde contro il Benfica nella gara di ritorno che vale l’ingresso in finale di Europa League. Uçan gioca titolare e con personalità tutti i novanta minuti.

Chiuderà la stagione con 26 presenze e 4 gol, a diciannove anni.

A fine stagione gioca il mondiale u20 che si disputa in casa. Brillerà soprattutto nella partita contro El Salvador, nella quale sigla un gol e un assist meraviglioso per il due a zero. Poi la Turchia verrà demolita da una Francia zeppa di fenomeni, che vincerà il torneo con in squadra gente tipo Sanogo, Thauvin, Pogba e Kondogbia.

Nella scorsa stagione vive un mezzo passaggio a vuoto: non riesce a giocare con continuità ed è spesso messo ai margini, nonostante la squadra viva un’annata molto positiva. Già a gennaio Sabatini prova a prenderlo: serve aumentare la qualità del centrocampo in vista della volata finale allo scudetto. Il Fenerbahçe non lo molla ma la Roma rimane sul giocatore fino a giugno, quando riesce a strappare un accordo in realtà piuttosto oneroso.

La Roma ha pagato il Fenerbahçe cinque milioni per un prestito biennale e dovrà versarne ulteriori undici per il riscatto del cartellino. Dunque, complessivamente, Salih Uçan potrebbe costare alla Roma quasi 17 milioni di euro. Cosa che fa di lui – potenzialmente – il secondo acquisto più oneroso della gestione Pallotta, al pari di Erik Lamela e dopo Manuel Iturbe, costato sette milioni in più. Uçan costerebbe sei milioni più di Miralem Pjanic, acquistato a titolo definito per undici milioni a ventun anni e con già venticinque presenze in champions league nelle gambe. Tutto questo potenzialmente, cioè se in questi due anni Uçan convincerà la Roma a versare i rimanenti undici milioni del suo cartellino.

Cosa avrebbe spinto la Roma a investire una cifra così onerosa su un calciatore che in fondo ha giocato solo un paio di stagioni, nemmeno da titolare, in un campionato minore? Chi è Salih Uçan? Perché gli amanti del calcio sono così immotivatamente eccitati all’idea di vederlo in serie A?

Salih Uçan è bellissimo

Uçan ha iniziato a giocare come trequartista classico, ma già al Burcaspor viene arretrato di una ventina di metri, per abituarsi a una posizione più “spendibile” in un calcio che fa volentieri a meno di fantasisti.

Nel Fenerbahçe ha giocato spesso alle spalle dell’unica punta, ma a partire da una posizione abbastanza arretrata, tessendo il gioco tra un centrocampo molto fisico e un attacco veloce ma poco tecnico. Nella sua intervista di presentazione ha dichiarato di aver giocato “sia nella posizione 6 che nella posizione 8”, con un’idea del gioco del calcio che oggi suona quasi arcaica.

Quel Fenerbahçe giocava con due ali offensive capaci di fare le due fasi (il più delle volte Erkin e Kuyt) e molto brave a tagliare verso il centro alle spalle della difesa. Uçan brillava per la sua capacità di verticalizzare – spesso di prima – con grande precisione verso le ali.

Questa caratteristica potrà essere sfruttata anche dalla Roma di Garcia, soprattutto con l’innesto di un giocatore come Iturbe, che ama cercare lo scatto in profondità tra il centrale e il terzino avversario.

Come molti trequartisti “riadattati”, Uçan possiede una tecnica eccellente. È un giocatore bello da vedere: gioca in modo elegante e lineare; tocca bene la palla con entrambi i piedi e brilla soprattutto nel primo controllo, col quale fa cose che starei a guardare per ore e ore. Tipo queste:

A 18 anni, nel Bucaspor, Uçan è stato affiancato da due psicologi che hanno lavorato per aumentare la sua autostima e la sicurezza nei propri mezzi. Posto che per uno con quei piedi questo possa avere una qualche importanza, la cosa si nota nella sua capacità di giocare la palla con pulizia anche in spazi molto stetti e situazioni di gioco tirate.

L’altro elemento che aiuterebbe a inserire le giocate di Uçan su YouPorn è la leggerezza e la semplicità con cui fa cose bellissime. Quando è pressato non si scompone mai, riesce a muoversi in un modo che sembra sempre più preciso e necessario rispetto agli avversari.

Fino ad oggi l’unico turco nell’immaginario dei tifosi della Roma, è Hakan Sukur, che segnò ai giallorossi uno dei pochi gol italiani; cosa che lo rese uno degli esempi più citati nella teoria che vuole la Roma capace di rianimare i rottami della Serie A. Così, a memoria, Salih Uçan mi pare essere il primo turco a vestire la maglia della Roma, ed è un fatto meno banale di quanto si pensi. Basta aprire un contenuto qualsiasi, di qualsiasi tipo, postato dalla Roma negli ultimi due mesi per leggere tra i primi commenti dichiarazioni dirette d’amore a Salih Uçan, che sembra avere una claque di tifosi turchi davvero sterminata.

Il mio preferito è quello che si mette a spiegare che Uçan non può stare nella foto della squadra primavera

Ci sono intanto due mezze implicazioni.

a)La Roma ha giocato la sua partita di presentazione contro il Fenerbahçe, cosa che pare c’entrare in qualche modo col trasferimento di Uçan.

b)Una fonte che non so dirvi quanto credibile mi ha addirittura suggerito che l’acquisto del centrocampista serva a oliare l’ingresso di Turkish Airlines come main sponsor della Roma.

Erede di Pjanic, fino a che punto?

Al di là di affascinanti dietrologismi, quanto e come, in termini più funzionali, Uçan potrebbe aiutare il centrocampo della Roma?

Nonostante sia stato a volte schierato nel precampionato da regista basso, difficilmente Uçan giocherà in una posizione diversa da quella di intermedio del centrocampo a tre.

Garcia chiede agli intermedi di centrocampo soprattutto di garantire fluidità alla manovra: cioè smarcarsi fra i reparti, tenerli corti, offrire linee di passaggio semplici, mantenere il ritmo di possesso a una velocità decente. In tal senso Uçan potrebbe calzare alla perfezione nel centrocampo della Roma, verosimilmente al posto di Pjanic quando il bosniaco dovrà tirare il fiato.

Uçan e Pjanic sono calciatori molto più diversi di quanto potrebbe sembrare. Rispetto a Pjanic, Uçan ama venirsi a prendere il pallone anche in zone molto arretrate del campo per impostare l’azione da regista classico: la prima cosa evidente quando si guarda giocare Uçan è il fatto che giochi in maniera molto razionale. Sa quando giocare di prima, quando fare un tocco in più; quando cercare la profondità e quando alimentare il palleggio. In generale sembra difficilmente perdere il controllo della propria creatività, mantenendo sempre uno stile di gioco misurato ma brillante, che non deraglia nell’orpello fine a sé stesso.

Uçan finora non ha mai giocato in un centrocampo a tre, ma anche Pjanic, arrivato a Roma, ha dovuto riadattarsi al ruolo di intermedio, avendo – in linea teorica – caratteristiche anche meno adeguate.

Con Uçan in campo al posto di Pjanic, la Roma perderebbe forse in qualità nell’ultimo passaggio e in creatività generale. Difficilmente Uçan segnerà dopo aver saltato tre giocatori o con improvvisi pallonetti da centrocampo. Ma offrirà forse più equilibrio in quelle (rare, in realtà) situazioni nelle quali la Roma, lo scorso anno, ha risentito non poco della forma opaca di Pjanic, che quando non è in giornata fa cose pazze e piuttosto pericolose. Per alimentare un altro dietrologismo, una delle risposte alla grossa cifra che potrebbe costare Uçan, è il fatto che Sabatini lo veda come l’erede designato di Pjanic, che pare destinato a lasciare la Roma nella prossima stagione.

Salih Uçan non è il solo giocatore comprato dalla Roma per offrire un’alternativa a Pjanic. Lo scorso anno i giallorossi avevano infatti acquistato Leandro Paredes che, dopo aver (non) giocato lo scorso anno in prestito al Chievo, è tornato alla Roma.

La diversità tra Paredes e Uçan spiega bene – in modo quasi didascalico – la differenza fra un giocatore pre-moderno e un giocatore moderno; fra un giocatore che ha incastrato la propria tecnica e il proprio estro dentro a ritmi di gioco alti e un altro che non è riuscito ad emanciparsi dall’essere una mera esperienza estetica da Youtube.

Leandro Paredes, a vederlo, è forse ancor più bello di Uçan: è cresciuto come 10 designato del Boca Juniors e tocca la palla con la suola in modo così simile a quello di Riquelme che in Argentina lo avevano soprannominato “El Heredero”. Fa cose di una signorilità calcistica assoluta, ma pare del tutto inadatto ai campionati europei. È lento, tiene troppo la palla e ha un’idea vaghissima del concetto di “fase difensiva”.

Paredes sembra un giocatore acerbo, che ha bisogno molto più del turco di capire i ritmi e l’organizzazione del calcio europeo. Per questi motivi ha più l’aspetto di un vezzo onirico di Walter Sabatini che di una credibile alternativa nel centrocampo della Roma, e in fin dei conti mi stupirei se non fosse ceduto in prestito.

Come sappiamo, la Champions League si gioca a dei ritmi molto diversi da quelli compassati e ultra-tattici del campionato italiano. Una delle grandi incognite della prossima stagione della Roma sarà probabilmente la capacità di Pjanic di reggere l’impatto di questi ritmi alti. Le venticinque presenze collezionate col Lione, Pjanic le ha giocate quasi tutte in posizione avanzata di trequartista, libero da compiti difensivi. Sarà interessante vedere come riuscirà a gestire un ruolo così nevralgico – anche in fase difensiva – come quello che Garcia gli affida nella Roma. In tal senso Uçan – seppure non offra poi maggiori garanzie in questo senso – può tornare molto utile nella turnazione di Garcia, se non altro per permettere al bosniaco di mantenere un alto standard di forma fisica.

Naturalmente l’approccio col campionato italiano dovrebbe essere abbastanza complicato per un giocatore che sembra ancora non aver raggiunto una piena maturità fisica. Stando a quanto si legge qui, uno dei suoi principali difetti è la sua incapacità di tenere bene la posizione nel difendere a zona. Si farebbe attirare troppo dalla palla o in generale si muoverebbe in maniera disarmonica rispetto ai compagni. Ma ci sono, d’altro canto, i presupposti per far sì che l’inserimento di Uçan sia abbastanza graduale da permettergli di limare man mano questi difetti.

Ad oggi risulta difficile pronosticare che tipo di impatto Uçan avrà nella Roma: il giudizio su di lui passa per una buona stagione giocata al Fenerbaçe, qualche video esaltante su YouTube e zero statistiche (ho provato a rimediare dati Opta per vie traverse ma pare che non esistano per il campionato turco). Si può però dire che Uçan sia da valutare in modo diverso da Paredes e Sanabria. Uçan è un calciatore su cui si è investito molto e che, nelle gerarchie di Rudi Garcia, è considerabile tra i 14-15 che costituiscono l’ossatura di una squadra che gioca competizioni europee. Non una promessa acerba e poco inquadrabile ma un giocatore, anche se non ancora fatto, già ricco di caratteristiche sviluppate.

Visto che, se ho scritto questo pezzo è perché ho voglia di sbilanciarmi, vi dico che Salih Uçan si prepara ad essere una delle più eccitanti esperienze estetiche della stagione 2014/2015.

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